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Divina commedia social. Leggeresti mai una Divina Commedia in stile “linguaggio social – moderno”?

Divina commedia social. E’ il libro “madre” della nostra lingua italiana. Nelle scuole lo si studia tutto, dall’inizio alla fine e, per chi sceglie una specifica facoltà, anche all’Università. Ma nessuno mai avrebbe pensato che la Divina Commedia potesse esser adattata, anche ai giorni nostri.

Immaginate se Dante fosse vissuto oggi, con i social, il modo di parlare dei giovani d’oggi…cosa ne sarebbe uscito fuori? Un libro ce lo dimostra.

Divina commedia social
photo Facebook “Se i social network fossero sempre esistiti”

Il Dante dei giorni nostri e la Divina commedia social

Chi di noi non ama Dante Alighieri. È lui il padre della lingua italiana, colui al quale ognuno di noi deve la propria personale venerazione e, anche, un pizzico d’odio per le tante interrogazioni a scuola, passate e non. Ma non si può non amarlo.

Oggi, però, Dante sarebbe un po’ in difficoltà con il linguaggio dei giovani, con l’uso dei social e con le immagini che su di esse si postano. Almeno così voi credete…vi assicuriamo che così non è. Il libro che stiamo per presentarvi si chiama “La Divina Commedia, riveduta e scorretta”, ed è qualcosa di divertente, spassionato e da leggere assolutamente.

Inferno, Purgatorio e Paradiso sono sempre lì, con i loro gironi, balze e cieli e con le rispettive anime al loro interno, dannate, penitenti e in gloria. Ma ciò che vi troviamo è un dialogo nuovo, giovanile, diverso, tipico dei social. A presentarlo è stata la pagina Facebook “Se i social network fossero sempre esistiti”. Puoi trovare altre recensioni e cusriosità sul mondo dei libri e dei manda alla nostra sezione apposita cliccando qui.

Virgilio e il “fardello che porta dietro”

Il Poeta non perde la sua verve e la sua arte, ma qualche volta Dante perde anche la pazienza quando parla con le anime. Ma su tutti c’è Virgilio, la sua guida che considera Dante un po’ come una sorta di fardello da portarsi dietro, che piagnucola quando c’è qualcosa che non va o che non lo ascolta quando dovrebbe.

Non mancano le battute e gli incontri con le anime che, anche, nella versione canonica sono presenti: da Paolo e Francesca, a Beatrice, passando per Ciacco e Ulisse. È un concentrarsi maggiore sulle anime dell’Inferno, quasi come se lo stesso Dante avesse piacere a parlare e a colloquiare con loro (perché parlano, un po’, la stessa lingua), piuttosto che con quelle di Purgatorio e Paradiso.

Il tutto, però, contornato da un linguaggio divertente, che alterna parti serie anche a battute in dialetto toscano. Da leggere e da non perdere.